Alla famosa citazione di Voltaire "il lavoro allontana da noi tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno", oggi potremmo aggiungere "ma fa anche ammalare di più". Secondo un nuovo studio condotto dagli scienziati della University College of London (Ucl) - pubblicato sulla rivista Lancet - avere un lavoro stressante aumenta del 23% il rischio di infarto. Risultati in tal senso erano già noti, ma in questo caso i dati analizzati provengono da ben 13 studi separati condotti su quasi 200.000 persone sane tra il 1985 e il 2006 in diversi paesi europei: un campione più che mai affidabile che ha permesso di associare cardiopatie e stress da lavoro in modo più significativo rispetto a quanto fatto finora.
In Italia, già dal 2010 è obbligatorio valutare il livello di stress presente nelle varie attività lavorative. La valutazione prevede una prima individuazione della presenza dei fattori di rischio stress e di un giudizio preliminare di presenza o assenza di stress. Successivamente si può passare ad una valutazione più specifica, utilizzando questionari personali che vanno ad individuare la situazione di ogni soggetto. Tutto questo viene svolto perché quello dello stress, in alcuni casi può essere un problema importante, sia per la salute dei lavoratori, che per le tasche dei datori. Secondo i dati INAIL infatti, lo stress è un problema che interessa il 22 % dei cittadini dell’unione europea e il 27 % dei lavoratori italiani. Annualmente il 50-60% delle giornate lavorative perse sono causate dallo stress lavoro correlato, causando un costo economico annuale che si aggira sui 20 miliardi di Euro. E’ noto che un lavoratore, che perde una giornata lavorativa, al datore di lavoro costa circa 5 volte di più rispetto ad un lavoratore che svolge normalmente la sua attività, perciò da questi dati si capisce quanto sia importante valutare e prevenire lo stress sul luogo di lavoro, per evitare spese inutili.
In Italia, già dal 2010 è obbligatorio valutare il livello di stress presente nelle varie attività lavorative. La valutazione prevede una prima individuazione della presenza dei fattori di rischio stress e di un giudizio preliminare di presenza o assenza di stress. Successivamente si può passare ad una valutazione più specifica, utilizzando questionari personali che vanno ad individuare la situazione di ogni soggetto. Tutto questo viene svolto perché quello dello stress, in alcuni casi può essere un problema importante, sia per la salute dei lavoratori, che per le tasche dei datori. Secondo i dati INAIL infatti, lo stress è un problema che interessa il 22 % dei cittadini dell’unione europea e il 27 % dei lavoratori italiani. Annualmente il 50-60% delle giornate lavorative perse sono causate dallo stress lavoro correlato, causando un costo economico annuale che si aggira sui 20 miliardi di Euro. E’ noto che un lavoratore, che perde una giornata lavorativa, al datore di lavoro costa circa 5 volte di più rispetto ad un lavoratore che svolge normalmente la sua attività, perciò da questi dati si capisce quanto sia importante valutare e prevenire lo stress sul luogo di lavoro, per evitare spese inutili.
Inoltre, fatto ancora più importante, lo stress lavoro correlato, non causa solo danni alla salute psichica dei lavoratori, ma comporta anche problematiche a livello strettamente fisico. Alcune di queste sono l’abbassamento delle difese immunitarie, con conseguente predisposizione ad ammalarsi con più facilità, e appunto l’iperattività (danno che può riscontrarsi anche quando il lavoratore è esposto a livelli di rumore eccessivi). Lo studio della University College of London (Ucl), non fa altro che confermare queste teorie, dimostrando quanto lo stress sia una causa importante di malattie cardiache (infarti soprattutto).
Perciò è fondamentale curare questo aspetto. Ma come si può ridurre lo stress presente sul luogo di lavoro? La formula per risolvere il problema non è facile, e soprattutto non è standard. Per risolvere e prevenire i vari fattori di rischio, bisogna prima di tutto capire da dove questi derivano, e come agiscono sui lavoratori. Per fare questo bisogna prima di tutto valutare il rischio, per capire appunto come si può intervenire. Infatti prima di effettuare qualsiasi misura preventiva, si deve essere a conoscenza dei reali problemi presenti in azienda, per poter fare un intervento mirato, che non sia inutile e che serva davvero a migliorare la situazione. Una volta valutato e capito il problema, si deve intervenire per ridurre il rischio. I metodi sono diversi in base alla fonti del rischio. Sicuramente l’aiuto di esperti come tecnici della prevenzione, medici del lavoro e psicologi del lavoro può facilitare le operazioni. Comunque per prevenire i rischi legati allo stress lavoro correlato è utile intervenire su diversi aspetti del lavoro. Ad esempio sui turni e sull’organizzazione, sulla gratificazione del lavoratore (non solo economica), sul comfort dell’ambiente lavorativo, sui fattori di rischio come rumore o presenza di sostanze nocive e tossiche, sulla comunicazione tra lavoratori e tra lavoratori e datore. Tutto questo lo si deve fare tenendo sempre presente che un lavoratore senza stress, costa di meno, produce di più, lavora meglio e vive meglio.
Nessun commento:
Posta un commento