giovedì 19 luglio 2012

STUDIO SUI FENOMENI ALLERGICI, QUALI LE CAUSE?

Negli ultimi anni, nei paesi sviluppati si può notare un incremento del fenomeno delle allergie. Molti studi individuano come responsabile di tale avvenimento la forte presenza di sostanze inquinanti nell'aria che respiriamo e in generale nell'ambiente in cui viviamo.
Uno studio effettuato presso la McMaster University in Canada, si concentra però su altri motivi, provati scientificamente dallo studio affrontato da Susan Waserman, professoressa di medicina nella divisione clinica di immunologia ed allergie presso la suddetta Università. Tale studio si è concentrato sulla capacità allergizzante del polline.
Infatti, al mondo probabilmente non esiste niente di più naturale delle piante. Gli uomini hanno vissuto a contatto con esse per la loro intera storia evolutiva. Eppure il 20 per cento degli americani soffre di allergia nei confronti dei pollini. E tale dato non è tanto diverso nel continente europeo.


Come si può spiegare tutto ciò? Perché proprio il polline?
Gli esseri umani, solitamente diventano allergici nei confronti di sostanze alla quale sono fortemente esposti durante la crescita, ovvero da bambini. Il polline è una di queste, visto che nei mesi primaverili l’aria è molto ricca di tale sostanza, la quale viene inalata con frequenza dalle persone adulte e dai bambini. Normalmente si è anche esposti con continuità a cibo, peli di animali e anche nei confronti di tali sostanze possiamo sviluppare allergie, ma non a tutti accade. Comunque, se una persona ha tendenza genetica a diventare sensibilizzato, l’enorme quantità di polline presente nell’aria può facilmente portare alla sensibilizzazione.

Se però, al di la della sua forte concentrazione nell’aria, il polline, essendo una sostanza naturale, non presenta particolari problematiche, come mai è una delle prime cause di allergia?
Per rispondere a questa domanda bisogna innanzi tutto sapere come nascono le allergie e cosa sono. Il modo in cui tutto funziona è questo: l’allergia nasce dopo un periodo di sensibilizzazione che porta al fatto che il nostro organismo, ed in particolare il nostro sistema immunitario, riconosca una proteina innocua, come una minaccia, in pratica come se fosse qualcosa di “cattivo” per il nostro corpo. Una volta sensibilizzati, ovvero una volta che il nostro sistema si è fatto l’impressione sbagliata nei confronti di un pelo di animale, o di un granulo di polline, non c’è modo di cambiare la sua risposta, e si è affetti da allergia, spesso per tutta la vita.
Dopo il periodo di sensibilizzazione, basta una piccola presenza della sostanza a cui siamo diventati allergici, per fare in modo che il nostro sistema immunitario aumenti le difese e cominci ad “attaccare” l’agente riconosciuto come dannoso. Per prima cosa le cellule immunitarie producono anticorpi (IgE). Ogni anticorpo si lega ad una molecola di allergene, attivando i globuli bianchi chiamati mastociti innescando il rilascio di sostanze chimiche come l’istamina. Tutto questo provoca i fastidiosi sintomi dell’allergia, starnuti, dispnea, prurito, gonfiore e rash cutanei.

Ma perché il sistema immunitario compie tale errore, portando la comparsa di allergie?
Per spiegare questo entra in gioco appunto la ricerca svolta dall’università canadese. Ci sono alcuni studi che dimostrano che la nascita delle allergie avviene quando il sistema è esposto contemporaneamente ad un virus e ad una grande quantità di allergene. La Dott.sa Waserman osserva: “è del tutto plausibile che quando il corpo è impegnato ad instaurare una grande risposta immunitaria nei confronti di un virus, possa nascere, se si è esposti contemporaneamente anche ad un allergene, una risposta allergica, ma questo non lo si può dichiarare con certezza. La maggior parte degli studi effettuati sui bambini riguarda la “co-infezione” tra un virus e i peli degli animali domestici, ma lo stesso si può dire anche per le allergie dovute da polline e sostanze alimentari”.

Lo studio sviluppato alla McMaster University invece, vuole dimostrare come l’esposizione inadeguata a batteri e virus durante l’infanzia, aumenti notevolmente la probabilità di sviluppare allergie. Grazie alla moderna igiene, sapone antibatterico, acqua pulita, latte pastorizzato e via dicendo, i bambini non sono più esposti a tanti microbi come accadeva in passato. Di conseguenza, il loro sistema immunitario, essendo poco sollecitato, ottiene minori opportunità di imparare a riconoscere e a distinguere agenti patogeni pericolosi e sostanze innocue come il polline. Si chiama "ipotesi dell'igiene", ma secondo Waserman, è una teoria accettata. "Le persone non esposte a batteri, con un sistema immunitario non abituato a combattere le infezioni, sviluppano più facilmente allergie.”

Rimane comunque la questione sul perché l’esposizione a malattie infettive certe volte favorisca l’insorgenza di allergie, altre volte invece le “soffoca”. Bisogna quindi stabilire quale sia il giusto rapporto tra “sporcizia” e “pulizia” alla quale si deve essere esposti durante l’infanzia.

Ecco il link dell’articolo: http://www.mnn.com/health/allergies/stories/why-are-pollen-allergies-so-common

Sicuramente discostandoci dalla ricerca della Dott.sa Weserman, c’è da dire che in ambiente lavorativo è invece importantissimo conoscere le sostanze che si utilizzano, le quali difficilmente sono naturali come il polline, leggere prima dell’uso la scheda di sicurezza per verificare che ciò che si utilizzata non sia ne sensibilizzante ne allergizzante. In caso, comunque, l’unica misura preventiva realmente efficace è quella di proteggersi il più possibile dalla sensibilizzazione. Per prima cosa si cerca di sostituire le sostanze che presentano tali caratteristiche, se non è possibile bisogna regolare la quantità di utilizzo, le metodologie di utilizzo e i DPI (efficaci ed idonei a proteggere dall’esposizione), poiché una volta sensibilizzati, basta anche una piccola esposizione per scatenare l’allergia.

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